Il termine bullismo è la traduzione italiana dell'inglese "bullying" ed è usato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per avere potere su un'altra persona o dominarla.
Il termine originario "bullying" include sia i comportamenti del "persecutore" che quelli della "vittima" ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
A volte non gli si dà troppa importanza perché lo si confonde con i normali conflitti che possono emergere fra coetanei.Il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori peculiari:
* Intenzione di fare del male e mancanza di compassione: il "persecutore" prova piacere nell'insultare, nel picchiare o nel cercare di dominare la "vittima" e continua anche quando è evidente che la vittima sta molto male ed è angosciata.
* Intensità e durata: il bullismo continua per un lungo periodo di tempo e la quantità di prepotenze subite fa diminuire la stima di sé da parte della vittima.
* Potere del "bullo": il bullo ha maggior "potere" della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza o del genere (ad es. maschio più forte della femmina).
* Vulnerabilità della vittima: la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non è capace o non può difendersi adeguatamente e ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione.
* Mancanza di sostegno: la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette.
* Conseguenze: il danno per l'autostima della vittima si mantiene nel tempo e induce la persona ad un considerevole disinvestimento dalla scuola. Alle volte alcune vittime diventano a loro volta aggressori.
Nel caso del bullismo è importante sottolineare come sia necessario prevenire ulteriori episodi, cercando di favorire la consapevolezza e lo sviluppo di abilità prosociali, aumentando la capacità di rielaborare e riflettere sui sentimenti provati. È importante far comprendere la responsabilità da parte di tutti (bulli, vittime, complici, spettatori) in modo da far emergere nel bullo sentimenti di rimorso e di colpa piuttosto che punire inducendo ulteriore rabbia e umiliazione per la punizione subita.